Separazione: la guerra e la sua mediazione (3/3)

di Lucia Polidori

La separazione è un evento sempre più frequente nella realtà familiare e di coppia ma resta comunque una fase difficile da gestire e che comporta un gran carico di sofferenza.
La separazione determina un nuovo contesto all’interno del quale gli ex partner devono riderfiniree non solo sé stessi e la loro relazione ma anche i loro ruoli e funzioni rispetto al luogo familia. E’ un momento di crisi  dell’ intero sistema che, come suggerisce l’etnologia della stessa parola crisi, richiede un cambiamento nella vita delle parti coinvolte.
Quando finisce la storia di coppia è molto difficile adottare comportamenti costruttivi, cambiare atteggiamento, mettere in discussione la propria visione sulla storia d’amore e sulla sua fine e, ancora più arduo, cercare di capire il  punto di vista dell’altro.
Abbiamo visto ( vedi articoli precedenti) che fattori emotivi, relazionali e comunicativi,  rendono molto difficile questo passaggio, e possono intrappolare gli ex partner all’interno di una guerra senza fine in cui il conflitto si struttura come modalità relazionale. Ciò rende impossibile la riorganizzazione del sistema verso un nuovo equilibrio: la famiglia entrai una stasi disfunzionale che non favorisce il verificarsi di quel cambiamento adattivo di cui, invece, il sistema necessita e che potrebbe costituire una opportunità di crescita personale.
Spesso non si è in grado da soli di uscire dalla spirale della afflizione e rivendicazione. Con l’ex partner risulta impossibile trovare un punto di incontro su qualunque questione. si perde la fiducia nei legami d’amore e si trasmette ai propri figli una educazione sentimentale e relazionale che potrà generare problemi nella loro vita futura.
In tali condizioni, il ricorso ad un aiuto esterno può essere molto utile e, in alcuni casi, indispensabile. Delegare all’avvocato la soluzione del conflitto, molto spesso, si rivela una soluzione poco efficace perché l’accordo che gli ex partner debbono definire riguarda le loro vite e le loro relazioni e, perciò, i termini e le modalità devono essere sentiti e condivisi da loro in prima persona e ricercati in una ottica di dialogo e cooperazione. La mediazione familiare è senz’altro l’intervento più adatto alle criticità che la separazione comporta.

La mediazione familiare: un gioco a tre

Obiettivo della mediazione è riattivare le risorse che la coppia già ha, ma che non riesce  a mettere in gioco a causa del livello di escalation a cui il conflitto è giunto per poterle utilizzare nella negoziazione degli interessi per la definizione degli accordi. Il mediatore guida gli ex partner verso modalità efficaci di comunicazione restituendo loro la competenza di comunicare silla relazione in modo che la possano ridefinire in base alle necessità che la nuova condizione richiede, condizione che non è più quella di coppia, ma sempre di genitori: la mediazione lavora sulla relazione attraverso lo strumento della comunicazione e  la ristruttura proprio utilizzando lo strumento della comunicazione (Similar Similis Curantur). Questa pratica aiuterà gli ex partner a modificare anche l’organizzazione dei prorpi pensieri e a cambiare lo stato del proprio sentire.
Quindi, l’obiettivo finale della mediazione non si limita alla definizione dei contenuti dell’accordo di separazione, ma lavora anche sui significati personali e relazionali che determinano una barriera nella negoziazione ristabilendo nuove regole di comunicazione tra gli ex partner. Perciò la mediazione è un percorso di consapevolizzazione personale che la coppia affronta. Il mediatore guida ed imposta la modalità di confronto interpersonale in modo da condurlo al dialogo costruttivo ed al recupero dell’altro come persona degna del progetto genitoriale fornendo alla coppia un metodo per affrontare  le situazioni di conflitto in un’ ottica dinamica e costruttiva. In questo senso, la mediazione è un intervento maieutico e, per alcuni aspetti,  può anche essere considerato terapeutico perché le competenze di ascolto, di rispetto della visione e della realtà dell’altro e di assertività dei propri bisogni nel rispetto di quelli dell’altro che gli ex partner riacquistano potranno essere usate anche in seguito, ogni volta che nelle proprie vite si troveranno ad affrontare il cambiamento.
La mediazione più che risolvere, trasforma il conflitto. Interviene sui paradossi pragmatici della separazione con altri paradossi:
– Curare qualcosa con una cosa simile
– Cambiare rimanendo sé stessi