La famiglia nel terzo millennio tra passato, presente e futuro
L’evoluzione della famiglia italiana negli ultimi 150 anni
La famiglia italiana negli ultimi centocinquanta anni , si è radicalmente trasformata di pari passo con i cambiamenti conseguenti al progresso sociale. Il vecchio modello era fondato su regole ben precise, formato da genitori anziani, figli sposati, nipoti ed aveva una struttura patriarcale. Il membro più anziano, il pater familias, aveva la massima autorità ed era il depositario dei valori e dell’educazione dei giovani, in un’economia fondamentalmente agricola che aveva bisogno di molte braccia (famiglia patriarcale estesa).
Con lo sviluppo della società industriale, i figli hanno cominciato ad abbandonare la casa paterna, trovando una loro indipendenza economica. Dalla seconda metà dell’800 e più decisamente nel ‘900, è drasticamente diminuito il numero dei figli per ogni famiglia, è fortemente diminuita la mortalità infantile, si è innalzata la speranza di vita fino ad un’età un tempo irraggiungibile. La famiglia patriarcale allargata, nella quale tra l’altro i parenti adulti potevano farsi carico dei bambini rimasti orfani precocemente (evento allora altamente probabile), è stata sostituita dalla famiglia nucleare, composta soltanto dai genitori e dai loro figli.
Fino agli anni Cinquanta del ‘900, tuttavia, ha continuato a esistere una famiglia di tipo “tradizionale”, fondata sull’indissolubilità del matrimonio, su una precisa divisione dei ruoli tra i coniugi e sulla centralità dei figli.
Nei decenni successivi è avvenuto invece un complesso mutamento sociale e culturale: il processo di liberalizzazione della sfera sessuale ha reso il legame istituzionale meno necessario; nel 1970 è stato introdotto il divorzio, confermato dal referendum popolare del 1974, che ha sancito il diritto di sciogliere il matrimonio qualora venga a mancare la comunione spirituale e materiale tra i coniugi; nel 1975 è stato integralmente riformato il diritto di famiglia, che ha stabilito tra l’altro la parità tra i coniugi sia nei loro rapporti personali che nei confronti dei figli; nel 1978 è stata approvata la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, anch’essa poi confermata da un referendum, che ha conferito alla donna la piena libertà di scelta in questo campo.
In generale le donne sono entrate massicciamente nel mondo del lavoro, per cui all’interno delle famiglie vi è ormai una maggior condivisione con il coniuge delle responsabilità e delle cure parentali. Infine è profondamente cambiato l’atteggiamento delle coppie nei confronti della procreazione: se un tempo i figli erano un valore primario e un investimento cui sacrificare ogni cosa, oggi le coppie sono più orientate verso se stesse e la propria realizzazione, con la conseguenza che il numero di figli, spesso percepiti come un costo, viene radicalmente controllato.
Alla base della famiglia c’è, quindi, l’evoluzione di una società, che è governata da diversi valori e ideali. Ciò si riversa inevitabilmente nel nucleo familiare che, di volta in volta, cambia la sua forma, la sua composizione, generando la nascita di nuovi tipi di famiglia: single, monogenitoriale, unioni di fatto, famiglie ricostituite, famiglie multiple, molto controverse nell’opinione pubblica sono le unioni gay.
Ogni tipo di famiglia è portatrice di alcune capacità relazionali: la famiglia tradizionale è ormai data per scontata come norma e conosciuta nelle sue peculiarità, mentre nelle famiglie diverse la resilienza fornisce una lente di ingrandimento utile a tutte le famiglie (es. esercizio cooperativo genitorialità nelle coppie separate).
Alcuni fenomeni caratterizzano il contesto attuale:
- si fanno meno figli;
- si resta più a lungo in famiglia;
- ci si sposa più tardi;
- aumentano i giovani che vivono soli, le convivenze, le separazioni e i divorzi con conseguente formazione di famiglie monoparentali o ricostruite o di famiglie unipersonali; possono essere presenti etnie diverse nel nucleo familiare.
Tali fenomeni si ripercuoteranno nell’immediato futuro in quanto influenzeranno i rapporti fra le diverse generazioni : piramide rovesciata (un solo discendente dovrà fasi carico di più anziani), strutture intergenerazionali con vuoti di età (genitori anziani di figli molto giovani e che difficilmente diventeranno nonni), relazioni intergenerazionali “ricostruite”.
Storie e dinamiche familiari
Numerosi studi e ricerche dimostrano che tutte le storie familiari sono attraversate da eventi critici più o meno prevedibili (matrimonio, nascita , adolescenza, uscita dei figli, incidenti, lutti, separazioni, pensione, vecchiaia….). Nel corso di questi eventi la famiglia si riorganizza; vengono, inoltre, trasmessi alle generazioni successive nuovi modelli di relazioni e di funzionamento familiare.
Ogni famiglia costruisce la propria storia su miti e credenze sue proprie . Nel momento in cui nasce una coppia e si decide di formare una famiglia si intrecciano le storie delle due famiglie di origine. Da qui la complessità relazionale e la riorganizzazione continua per mantenere il sistema famiglia in equilibrio.
L’equilibrio familiare si basa su due variabili in gioco: l’adattabilità, cioè la capacità di modificare poteri, ruoli e regole familiari in risposta a stress situazionali ed evolutivi ( variabile strutturale) e la coesione , cioè il legame affettivo fra i membri ( variabile relazionale). L’equilibrio è raggiungibile grazie ad una efficace comunicazione tra i componenti la famiglia.
La famiglia funzionale, in cui le variabili sono in equilibrio, si caratterizza come un sistema aperto che interagisce col mondo esterno, con confini ”permeabili” tra i membri e tra le generazioni. I componenti agiscono in autonomia , pur con senso di appartenenza. I ruoli, le regole e le aspettative sono ben definite. Il potere è condiviso fra i genitori. I sentimenti e le emozioni sono riconosciuti ed espressi. Gli adulti sono capaci di negoziare e mediare le loro differenti esigenze e di garantire a ognuno l’espressione delle sue necessità, senza intaccare le libertà degli altri .
Nella famiglia semifunzionale, una delle due variabile rimane funzionale, mentre si hanno comportamenti estremi nell’altra ( per esempio: chiara suddivisione dei ruoli e regole da una parte , difficoltà ad esprimere emozioni per un ruolo che non si condivide o critiche distruttive e sensi di colpa per regole non rispettate) Ne consegue che i conflitti sono di difficile gestione o vengono evitati, che l’espressione dell’emotività è particolamente intensa.
Nella famiglia disfunzionale c’è il disequilibrio totale sia sul versante adattabilità (caotica o rigida) sia sul versante coesione (disimpegnata o invischiata). Ne consegue che si discute su tutto senza prendere decisioni, si invertono i ruoli genitore-figli, chi si comporta diversamente dagli altri componenti viene allontanato o umiliato, ci si allontana emotivamente dal partner e dalla famiglia, si agiscono situazioni estreme ( violenze, etc)
In conclusione
La famiglia (o famiglie, che dir si voglia) rimane il nucleo fondamentale della nostra società , conservando la primaria funzione di educazione e di protezione dei suoi componenti e fungendo da elemento di connessione tra pubblico e privato.