IL PASSATO E’ BELLO? Si stava meglio quando si stava peggio?
di Franca Capotosto
Una vulgata che va per la maggiore è che viviamo in un’epoca di declino morale. Crisi dei valori tradizionali, egocentrismo, egoismo, inaffidabilità, disonestà, ingratitudine, spregio dei beni della collettività, occupano un certo immaginario collettivo.
Il tutto è insito in un meccanismo di generalizzazione che si basa sul vissuto. C’è da chiedersi se tutto ciò rappresenti una realtào corrisponda ad una percezione. In altri termini, la bellezza dei bei tempi andati è un dato di fatto o risente di una autovalorizzazione consolatoria necessaria per sopportare il presente?
Ricordiamo la nostra adolescenza come una stagione di felicità e spensieratezza, rispetto al presente, anche se all’epoca, per qualcuno, era marcata da insicurezza, difficoltà nelle relazioni sociali, sofferenza psicologica. Ma dell’età evolutiva ci rimane (o ci è necessaria) la sola poetica della progressiva scoperta del mondo adulto. La giovinezza comunque bella.
Se questa sopravalutazione del passato è reale, il presente potrebbe essere meno peggiore di come lo si rappresenta o lo si percepisce. Una percezione distorta è favorita dalla comunicazione attraverso i media, là dove il fatto cattivo fa notizia, quello buono no.
Del resto, ogni generazione ha lamentato la propria decadenza, rispetto a quella precedente.
Nell’ evocare una rivoluzione morale che ci riporti ai bei tempi andati è insito il pericolo di affidarsi all’”uomo forte” che tutto risolve. Sarebbe un tuffo all’indietro, per un mondo futuro – questo sì – peggiore di quello attuale.
Ed allora? Impariamo a stare nel presente per gustarci quello che il momento ci offre, senza rimpianti , rimorsi, tuffi nel passato, paure sul futuro. Viviamo momento dopo momento con consapevolezza