Speciale scuola: come spiegare la guerra ucraina ai bambini

 

di Riccardo Zironi

Breve guida per insegnanti: l’Ucraina è vicina, non solo geograficamente. Tutti noi infatti, molto probabilmente, conosciamo una persona di Kiev, di Mariupol’ o di Ivano-Frankivs’k. E, forse, anche i nostri figli hanno in classe un bimbo o una bimba di origini ucraine. Se sei un insegnante, continua a leggere questo breve articolo: troverai alcuni consigli per spiegare la guerra in classe ai tuoi allievi, con l’obiettivo di arricchire le lezioni di contenuti attuali e particolarmente ‘sentiti’.

 

La classe come ‘sistema’

Molto più della somma delle sue parti, ogni classe ha 3 caratteristiche fondamentali:

  • Interdipendenza tra i membri: al cambiare di un membro del sistema, cambia anche l’intero sistema. Se per esempio l’insegnante entra in classe tutto bello felice, la sua emozione in un qualche modo si riverbererà su tutto il sistema.
  • Il magico numero 3: in qualunque sistema gli elementi in gioco sono sempre 3. facciamo un esempio: mentre l’insegnante interroga uno studente, il resto della classe ascolta. In base a come procede l’interrogazione, gli altri studenti metteranno in atto strategie per decidere come comportarsi quando verrà il loro turno.
  • Evoluzione continua: la classe di ieri non sarà mai uguale alla classe di oggi, né alla classe di domani perché ogni piccolo cambiamento (chiamato anche ‘microtransizione‘) va a modificare tutto il sistema.

 

Se è vero che ogni sistema è in continua evoluzione, l’insegnante dovrà riuscire a cogliere da una domanda, da un’emozione, lo spunto per adattare la propria lezione a un qualcosa che sta cambiando. Oggi è molto di moda il termine resilienza, che vuol dire proprio questo: piegarsi alle sollecitazioni dell’ambiente senza spezzarsi, rimanendo ‘sul pezzo’.

 

Attività da proporre in classe: spunti e idee

Metodo basato su strutture. Agganciare gli argomenti delle varie materie all’attualità della guerra in Ucraina, così da favorire anche i processi di memorizzazione. Facciamo alcuni esempi.

Geografia: non c’è TG che non apra un servizio con una cartina: perché non approfondire la geografia dell’Ucraina?

Storia: per capire la situazione attuale non si può di certo non parlare della Guerra Fredda o dei grandi conflitti che hanno ‘fatto storia’.

Italiano e comunicazione: approfondimenti sui poeti che hanno dipinto la Prima Guerra Mondiale (tipo Ungaretti). Oppure focalizzarsi sulla comunicazione dei dittatori: come comunicavano Stalin, Hitler o Pol Pot?

Chimica e fisica: attraverso quali reazioni e principi funziona la bomba atomica?

Metodo socio-costruttivista. L’insegnante potrebbe, sotto la propria supervisione, dare spazio a dei momenti di dibattito in classe: si lancia un argomento, un quesito, una domanda e si lasciano scorrere le osservazioni degli studenti al fine di creare un’esperienza condivisa, in cui l’arricchimento reciproco avviene attraverso la relazione. Questa pratica favorisce anche le capacità di argomentare, di confrontarsi con gli altri (competenze che potremmo definire ‘di cittadinanza’).

Metodo ‘dell’apprendista’. Perché non proporre agli studenti una ricerca per potenziare le loro competenze legate all’identificazione di fonti attendibili? L’insegnante mostra come farebbe lui, lascia proseguire i propri studenti correggendo il tiro man mano che le varie ricerche proseguono.

Giochi di ruolo: una metà della classe interpreta Putin, adottandone il punto di vista, l’altra metà interpreta Zelensky o gli esponenti della NATO. Cosa emerge dal dibattito? Esistono dei punti di contatto tra i due? Quest’attività potrebbe essere molto utile per riflettere sul concetto di responsabilità.

 

La ‘regola d’oro’

Non c’è una ricetta che si possa applicare in modo schematico a tutte le classi, ma se un insegnante sa accogliere le emozioni degli studenti e adattarsi al clima che serpeggia tra i banchi, è già oltre la metà dell’opera.

 

Per concludere (e non concludere)

Informare? Sì. Parlare della guerra? Certo. Organizzare dei lavori di gruppo? Perché no. Ma sempre con misura: il famoso giusto mezzo di cui parlava Aristotele va sempre tenuto presente. I bravi insegnanti sanno anche essere buoni navigatori: la gestione del timone della classe dipende dal vento che tira, dalle onde delle emozioni e dall’enorme quantità di informazioni tra cui gli studenti di oggi devono barcamenarsi.

 

Clicca qui per vedere il video in cui parliamo di come spiegare la guerra in classe: troverai tanti altri spunti e suggerimenti!