Lavoratori in Fase 3

di Maura Bondi – Formatrice

“Non c’è due senza tre”, recitavano i nostri nonni; eccoci quindi alle prese con la Fase 3 e con un rientro al lavoro, per chi può, che si preannuncia tutt’altro che semplice. Nell’ultima nota trimestrale dell’Istat, relativa ai primi tre mesi del 2020, troviamo che il lavoro “subisce una eccezionale diminuzione” e che in particolare i giovani sono i più colpiti

Per i fortunati che ancora ce l’hanno, il lavoro (dicono gli esperti) è sempre più smart, parola inglese che significa intelligente, nell’accezione di “scaltro”. Questo approccio al lavoro si basa su alcuni assunti: l’apparente mancanza di vincoli, per cui si può lavorare senza andare in ufficio e senza un orario fisso; la tecnologia, in quanto la diffusione di pc, tablet, smartphone ci permettono di lavorare quasi ovunque, e in ogni momento, anche da casa; l’equilibrio, perché il lavoro non deve impedire la vita privata né perdere di produttività. Anche se molti di noi sono cresciuti in una cultura del lavoro basata su regole diametralmente opposte, con il lavoro ad orari fissi, in un luogo definito, con modalità stabilite in modo rigido, ora il lavoro agile, complici anche le regole del distanziamento, si prospetta una delle forme di lavoro in costante ascesa. Occorrerà prepararsi ed essere scaltri… anzi, smart.  Si è parlato di “dis-integration del worklife balance”, aspetto sollevato dalla psicologa Monica Bormetti, che facendo riferimento all’Indagine sul lavoro forzato da remoto (marzo 2020), ha evidenziato che il 65% delle persone ritiene di non aver ricevuto da parte della propria azienda delle linee guida per lavorare da casa e soffre lo stress per questo adattamento.  La dottoressa ha ricordato la centralità di elementi sui quali intervenire, l’importanza dell’ascolto attivo, della creazione di momenti informali e di aiuto nella gestione delle distrazioni.

Sull’intero territorio nazionale, per tutte le attività produttive industriali e commerciali e per quelle di trasporto pubblico, per chi insomma, sul posto di lavoro deve continuare ad andare si è reso necessario adottare i protocolli di sicurezza anti-contagio, gli strumenti di protezione individuale, la sanificazione dei luoghi di lavoro. Riprendono alcune attività nelle università, nelle istituzioni di alta formazione e negli enti pubblici di ricerca, ancora sospese le fiere e i congressi, mentre i corsi professionali potranno essere svolti in presenza. Milioni di lavoratori stanno affrontando in questi giorni le nuove difficoltà imposte dalla gestione degli spazi, per garantire la sicurezza, per provvedere alle sanificazioni.

L’effetto psicologico del coronavirus sembra aver rafforzato il concetto di sicurezza sul lavoro e di tutela della salute del lavoratore e se vogliamo trovare un effetto positivo del Covid, lo potremmo riscontrare proprio in questa rinnovata attenzione alle persone. Istituzioni e organizzazioni durante la pandemia, e ancor più ora, in cui si rende necessario rimboccarsi le maniche e ripartire, sono chiamate al difficile compito di dare alle persone un senso di tranquillità, per consentire loro di poter continuare a vivere e lavorare al meglio possibile.

Sono ancora molti i nodi e i dubbi da sciogliere, penso in primo luogo alle molte donne e mamme che lavorano e che non sanno ancora esattamente come riapriranno le scuole e i servizi dedicati al tempo libero. Proprio molte di loro si sono trovate a fare i conti con nuove modalità lavorative per l’introduzione dello smart-working, o con il cambio di mansioni e orari dettato dalle necessità delle nuove norme sanitarie.

Poi ci sono tutti i “reduci” quelli che si sono ammalati seriamente di Covid, chi si sente maggiormente esposto ai rischi del contagio per stato di salute, età anagrafica o altre condizioni, o ancora le centinaia di operatori sanitari, fattorini, addetti ai supermercati, lavoratori alle cosiddette mansioni essenziali, tutti quelli che hanno continuato a lavorare per noi, mentre a noi veniva chiesto di restare a casa; su tutti loro di loro grava la pesantezza  di una tensione estenuante, su molti lo spettro di ciò che hanno visto accadere e talvolta di ciò che non hanno potuto impedire. Tutti loro sono da considerarsi lavoratori fragili, che posso presentare problemi di memoria e di concentrazione o altre difficoltà ad eseguire le abituali mansioni lavorative.

E infine ci sono tutti quelli che il lavoro non ce l’hanno più, perché la loro attività non è sopravvissuta al lockdown, perché la ditta dove lavoravano non è riuscita ad attrezzarsi, perché erano lavoratori non regolari e ora non è più possibile trovare un posto per loro, anche a loro deve necessariamente andare la nostra attenzione, in un’ottica di comunità integrata

Si potrebbe pensare agli ultimi mesi come ad una sorta di “lievito”, un acceleratore di processi di trasformazione economica e sociale che erano già in atto. Se così fosse, sul lungo periodo ritornare alla normalità non vorrebbe dire semplicemente ristabilire le vecchie dinamiche, ma sottoporsi a nuovi adattamenti che imporrebbero continue revisioni delle modalità di lavoro partendo da una rinnovata attenzione alla tutela della salute anche psicologica dei lavoratori.

Sono davvero mille i volti che questa Fase 3, mille storie tutte diverse ma come sempre possiamo iniziare noi ad attribuire un valore a ciò che ci accade, se ogni volta che sentiamo il peso di infilare la mascherina, di stare attenti a mantenere le distanze sul nostro posto di lavoro lo facciamo con la consapevolezza che lo facciamo come un dono a questa umanità che oggi è più che mai ferita e ha bisogno dell’aiuto di tutti noi  per essere accolta, guardata, ascolta.

 

 

 

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https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/04/fase-2-il-ritorno-al-lavoro-per-chi-puo-la-resilienza-delle-donne-e-la-fregatura-poco-nascosta/5789963/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/04/coronavirus-inizia-la-fase-2-tra-piccole-liberta-e-ritorno-al-lavoro-per-4-milioni-di-persone-sui-mezzi-pubblici-e-in-azienda-il-nodo-sicurezza/5790179/

https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/sicurezza-del-lavoro/quotidiano/2020/04/28/fase-2-covid19-rientro-lavoro-mezzi-pubblici

https://quifinanza.it/editoriali/4milioni-lavoro-lavoratori-fase-2-uomini-over50-nord-ripartenza-coronavirus/377907/

https://www.corriereadriatico.it/economia/ultimissime_news_lavoro_smart_working_fase_3_ultime_notizie_oggi_1_luglio_2020-5320303.html

https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/sicurezza-del-lavoro/quotidiano/2020/06/13/fase-3-coronavirus-inail-avvisa-nuove-regole-dpcm-11-giugno

https://www.adnkronos.com/lavoro/professionisti/2020/07/01/lavoro-nel-post-covid-centro-benessere-dei-dipendenti_wYSzWN6pbNNLMytEN5aHBO.html?refresh_ce

https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/05/16/tornato-al-lavoro-pochissimi-giovani-vi-spieghiamo-perche/

https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=86375