Come evitare la violenza che nasce dalle parole

di Franca Capotosto e Monica Tappa *

Quanto pesa in un bambino, e nell’adulto che sarà, una comunicazione non rispettosa, sarcastica o chiaramente offensiva?

La notizia è apparsa sui quotidiani: è stato adottato in questi giorni anche dal Comune di Modena il “Manifesto della Comunicazione non ostile”, Di cosa si tratta? Di una campagna, avviata dall’associazione “Parole Ostili” che vuole sensibilizzare e ridefinire lo stile col quale si “parla” in Rete.
Questa adesione è significativa perché riporta l’attenzione su un aspetto della violenza che a volte viene sottostimato e trascurato: quello verbale. La “comunicazione non ostile” non riguarda solo l’uso di termini forti, eccessivi, denigratori, ma anche toni e lessico appropriati quando si trattano argomenti delicati, con possibili riflessi sociali, come sulle questioni legate al Coronavirus.

Quanto pesa in un bambino, e nell’adulto che sarà, una comunicazione non rispettosa, sarcastica o chiaramente offensiva?

La risposta è “moltissimo”. Il fatto è che nessuno però ci abitua a riconoscere e quindi modulare ed evitare frasi apparentemente innocue che invece vanno a segnare profondamente la capacità di rapportarsi con se stessi e con gli altri.

Un esempio molto semplice: a quanti di noi è scappato di dire “ma allora sei stupido” a un bambino che non aveva capito qualcosa o che non era riuscito a fare qualcosa che gli era stato richiesto. Quell’uso del verbo essere è, potenzialmente, una bomba a orologeria. Perché va a toccare proprio il come si è, il come ti vedono gli altri, il riconoscimento di sé e del valore di sè: in parole semplici, l’autostima. Quel “sei stupido” è un mattoncino che viene a mancare nei pilastri che nel tempo sorreggono la nostra capacità di affrontare le situazioni, di trovare soluzioni, di sperimentare, di rischiare, di superare le difficoltà. Basterebbe semplicemente dire “non FARE lo stupido” perché il fare presuppone una abilità che si può imparare e non l’essenza, l’esistere che invece è contenuta nel sei, nell’essere.

Le parole giudicano, allontanano, ci condannano a un personaggio che piano piano ci si appiccica addosso. Oppure ci aiutano a crescere e ci aiutano a farlo con equilibrio. Scegliere quali parole usare è davvero importante.

Il decalogo:

  • Virtuale è reale.Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
  • Si è ciò che si comunica.Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
  • Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
  • Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
  • Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
  • Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
  • Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
  • Le idee si possono discutere.Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
  • Gli insulti non sono argomenti.Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
  • Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.PER APPRONFONDIRE L’ARGOMENTO:Le Parole sono Finestre (oppure Muri). Introduzione alla comunicazione nonviolenta di

Marshall Bertram Rosenberg, Esserci edizioni
Parole Ostili. Dieci racconti a cura di Loredana Lipperini

Da portare in classe:
Parole appuntite, parole piumate di Anna Sarfatti e Nicoletta Costa, Franco Panini Ragazzi
Penso, parlo, posto. Breve guida alla comunicazione non ostile) di Carlotta Cubeddu e Federico Taddia, Il Castoro

Per muoversi bene e non … cadere nella Rete, ecco alcuni titoli per conoscere il mondo che c’è oltre lo schermo:

Nasci, cresci e posta di Simone Cosimi e Alberto Rossetti, Città Nuova editore
Per un pugno di like di AA.VV, Città Nuova editore
Cyberbullismo di Simone Cosimi, Città Nuova editore
Né dinosauri né ingenui. Educare i figli nell’era digitale di Luigi Ballerini, Edizioni San paolo
I bulli non sanno litigare. Insegnare ai ragazzi a vivere con gli altri e a rispettarli  di Daniele Novara e Luigi Regoliosi, BUR

Da portare in classe:
Cyberbulli al tappeto. Piccolo manuale per l’uso dei social di Teo Benedetti e Davide Morosinotto
Editoriale Scienza

 

*giornalista professionista, vive a Modena. Per lavoro legge, legge tantissimo e scrive. Parecchio. Seleziona le novità editoriali più interessanti da proporre a docenti, genitori, educatori. Cura Zero14, inserto della Gazzetta di Modena. Collabora anche con altre testate online e cartacee. Si occupa soprattutto di infanzia e adolescenza a tutto tondo.