Il coraggio di sperare: uscire dalla violenza si può

Quando pensi che per te sia finita   

   Quando pensi che per te sia finita

   Riflessione sul libro di Silvia Marinozzi

   a cura di Maria Cristina Lepido

 

E’ la storia di Sarah, una diciottenne che si innamora perdutamente di un trentenne tunisino , andrà a vivere con lui e rimarrà incinta. la realtà le si rivela subito sotto il suo aspetto più cruento, subirà da lui e da Yasmine, sua amante, violenze e maltrattamenti inimmaginabili. Con l’aiuto di un vicino, Paolo, avrà il coraggio di sperare ancora in una vita migliore.

Dal titolo, Quando pensi che per te sia finita, si potrebbe pensare di entrare in una atmosfera non rilassante, ma già dalle prime pagine la narrazione in prima persona della protagonista, dona una atmosfera leggera e spensierata. Sarah, matura e positiva, racconta il suo vissuto da ragazza di 18 anni, che ha conosciuto cose più grandi di lei, ne ha fatto esperienza, ha avuto fiducia nella vita e in coloro che le erano accanto, testimoniando che nessuno può fare schiavo il prossimo.

La narrazione è talmente coinvolgente nella sua atmosfera di quasi serenità pur nella drammaticità della situazione che il lettore si sente entusiasta di una conclusione che non si aspettava, che riteneva potesse essere banale ma che in questo caso è reale e può esserlo per tutte coloro che hanno la forza di denunciare violenze e atrocità simili alle sue. Una lettura attenta permette al lettore di essere protagonista della vicenda, personaggio invisibile, che vive, respira e ascolta gli odori dell’aria, soffre con la protagonista per poi gioire con lei.

La scrittrice Silvia Marinozzi, nella sua semplicità riesce a descrivere luoghi, persone e cose quasi nella loro completa fisicità attraverso tratti veloci, parole sobrie e semplici che parlano del quotidiano ed anatrano nel cuore del lettore.

Il tema trattato è attuale, svolto con estrema sensibilità e con un risvolto educativo per chi legge. E’ la storia del coraggio che prende il sopravvento su sui falsi amori, sulle paure. Dice alle giovani generazioni di fare attenzione a non essere troppo superficiali e frettolosi nelle scelte di vita, incita alla prudenza perché più le cose del nodo ci attraggono e più possono essere ingannevoli

Commento di Franca Capotosto :  All’inizio ci sentiamo speciali e “moderne” , senza pregiudizi e disponibili al diverso da noi. Spesso imputiamo alla cultura diversa , atteggiamenti che da un partner “nostrano” non accetteremmo o ci sembrerebbero perlomeno non consoni ad una storia d’amore. Pian piano le cose cambiano, pensiamo che forse è colpa nostra se lui si comporta così,, allora cerchiamo di assecondare in un alternarsi di momenti belli, sempre meno, e momenti brutti,sempre di più.   La violenza è fine a se stessa e come tale va condannata e respinta, senza scuse di  genere e cultura. Uscire dalla violenza è possibile, non da soli ; la prima prova di coraggio è parlarne con qualcuno per poterne uscire.